Un bruttissimo 102 a 30 per la PGS Frassati Valle Sauglio, non lascia spazio a molti commenti. La partita è decisamente a senso unico, come si intuisce dal punteggio.
I giocatori in campo, tolti gli Aquilotti convocati a supporto che se la cavano bene e a cui dobbiamo alcuni punti, sembrano più che altro spettatori che godono di un punto di vista privilegiato. Gli avversari hanno sicuramente giocato bene, però francamente non erano niente di che ed erano assolutamente alla portata. La grande differenza fra le due formazioni è una sola: una correva, lottava su ogni pallone, l'altra no... non c'è tattica, schema, formazione che tenga... se una squadra è decisamente più grintosa (cioè ci mette testa) e corre (cioè ci mette cuore) più dell'altra vince... è a parità di "cattiveria agonistica" che entrano in gioco le altre migliaia di variabili del mondo basket.
Una sconfitta del genere può però aiutare a capire il problema di fondo di questa formazione. E' un problema che ha una base principalmente motivazionale che dipende dalle compenenti allenatori-genitori. Se da una parte è vero che gli stimoli ad allenarsi seriamente e dare il massimo anche in esercizi, talvolta noiosi, che mettono a dura prova la condizione atletica devono arrivare dagli allenatori e dai genitori che iscrivono i figli a tale attività, è anche vero che a 11-12 anni correre e giocare dovrebbero essere istinti, più che oggetto di motivazione. In questo momento di amarezza cestistica, non tanto per il risultato o il passivo, è opportuno chiedersi: perchè ho scelto basket? Mi piace? Mi diverto? E' solo fatica? Cosa cambia da andare a giocare ai campetti far parte di una squadra?
Domande che ai Pulcini non faremmo mai... ma che a 11-12anni finito il Minibasket è lecito e doveroso porsi. Anche perchè è vero che allennandosi bene si migliora e ci si diverte poi in partita, ma è altrettanto vero che non allenandosi con la grinta giusta ci si perde...
Bene o male questo anno si sta concludendo e presto vi aggiorneremo delle novità che il settore propone per l'anno prossimo. Intanto invito tutti (di qualsiasi squadra, è un discorso che può essere utile a tutti per tutte le età) a pensare seriamente alle proprie motivazioni per continuare questa attività sportiva.
mercoledì 19 marzo 2008
U13 partita da dimenticare...
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5 commenti:
Ciao Walter,
sono Beppe, il papà di Matteo, quello che di solito stà al tavolo a compilare il referto, ricordi?
Leggendo la tua descrizione dell’ennesima debacle dei nostri ragazzi mi è venuta voglia di fare qualche commento.
Premessa: ti rispondo principalmente perché, da quello che leggo, noto che ci metti passione, credi in quello che fai; tieni presente che eventuali critiche non sono “ripicche” per tuoi giudizi severi verso i ragazzi, ma note costruttive; poi naturalmente possiamo sempre confrontarci a voce, anche se io spesso, per motivi di lavoro, sono “latitante”.
Veniamo al sodo: la “partita da dimenticare”: in pratica scrivi che gli altri correvano, lottavano, noi no, non c’è tattica o schema che tenga… per poi passare alle motivazioni ed agli stimoli, rivolto ai ragazzi: “perché ho scelto il basket? Mi diverto? È il caso di continuare o no?”
Tutto sommato condivido quasi tutto di quello che scrivi e che vai ripetendo da vari mesi, praticamente ad ogni sconfitta (e quindi molto spesso…)
È senz’altro vero che i nostri figli, o molti di loro, devono decidere se continuare SERIAMENTE questa attività, e, se si, impegnarsi maggiormente in quello che fanno, per rispetto verso loro stessi, i compagni, gli allenatori…
Nessuno pretende di allevare dei campioni, vanno bene anche le sconfitte, ovviamente l’importante sarebbe divertirsi, però perché questo accada occorre maggiore impegno e serietà: proprio questo dovrebbe essere il messaggio educativo di ogni attività sportiva di squadra.
D’altra parte è anche vero che a quell’età è difficile avere idee chiare sul da farsi, lo vedo anche con mio figlio: è da oltre un anno (cioè da quando ha iniziato) che gli ripeto di valutare se gli interessa continuare col basket, specificando che non è obbligatorio, però se continua deve farlo con maggior impegno. Per adesso noto che non ha le idee chiare, e lo si vede anche in campo, ma non si potrà andare avanti così all’infinito, sono d’accordo con te.
Detto questo, vorrei aggiungere qualche considerazione.
Sicuramente manca la grinta, la voglia di correre e lottare, ma non solo quelle: da quello che vedo MANCANO TOTALMENTE I FONDAMENTALI, manca ad esempio la padronanza di palla.
In qualsiasi attività sportiva non si può improvvisare pensando di ottenere dei risultati: se mi butto in piscina senza saper nuotare annego!
I nostri ragazzi non sanno palleggiare senza guardarsi la punta dei piedi, di conseguenza non sanno passare (per avere un minimo di visione di gioco, in tutti gli sport con la palla, bisogna saper avanzare a testa alta). Di conseguenza non sono abituati a giocare senza pallone, cioè non sanno smarcarsi per ricevere: sarebbe inutile, tanto passano pochissimo; il primo che entra in possesso del pallone si lancia in palleggio, testa bassa, cercando di fare tutto da solo.
Spesso succede che il lungo di turno si metta a palleggiare per tutto il campo, con i piccoli, che dovrebbero fare i play-maker, che lo stanno a guardare: questa è l’antitesi del basket.
Ad ogni rimessa laterale si verifica la stessa pantomima, con il “povero Cristo” di turno che non sa a chi passare, perché nessuno si smarca.
Nessuno difende correttamente, di anticipo, con grinta; del resto pochi tornano in difesa, dimostrazione i continui contropiede degli avversari; quasi nessuno va a rimbalzo, quei pochi che ci provano, qualche rara volta, non fanno mai il taglia fuori sull’avversario. Sono state insegnate, queste cose? Se si, ritengo occorra tornarci sopra, visti gli scarsi risultati.
Evidentemente ci sono carenze caratteriali nei nostri figli (poca voglia?) ma è altrettanto evidente che ci sono carenze ENORMI di preparazione.
Nessuno è nato campione: se non so palleggiare bene, è chiaro che devo allenarmi di più e meglio.
Dobbiamo chiedere maggior impegno ai ragazzi, ma non possiamo pretendere che in partita facciano cose che evidentemente non hanno ancora imparato.
Un anno fa, di questi tempi, dicevamo le stesse cose; giocare senza prima aver imparato i fondamentali è controproducente, poiché i ragazzi rischiano di demoralizzarsi; bene, siamo più o meno allo stesso punto.
Del resto, passami una battuta, accade anche agli allenatori, di demoralizzarsi: nei momenti “topici” delle gare, quando i nostri pargoli “vanno nel pallone” e non sanno più a che santo votarsi (succede spesso), anche gli allenatori di solito “brillano” per la loro assenza, mestamente seduti in panchina con la testa tra le mani…
…ma, per l’appunto, questa vuole essere solo una battuta: le carenze secondo me sono a monte, non è in quei momenti e non è solo con la grinta che si può e si deve migliorare.
Del resto non è giocando con elementi di tre o quattro anni più grandi, come nell’ultima partita, che si può migliorare: alcuni ragazzi del Frassati Valle Sauglio sono del ’94, mentre tra i nostri c’erano i piccolini del ’98; a quell’età quattro anni sono un divario improponibile.
Scusa se sono stato troppo lungo e logorroico e… buon lavoro!
Buongiorno a tutti. Volevo anche io dare un contributo alla discussione.
Buongiorno a tutti. Volevo anche io dare un contributo alla discussione. Sono il papà di Simone , il personaggio che ogni tanto arbitra le partite in casa. Sono perfettamante daccordo sul fatto che i ragazzi dovrebbero metterci maggior impegno, fisico e mentale, nello svolgere l'attività.
E' tuttavia innegabile che ciascuno di noi aumenti il proprio impegno con l'aumentare della passione per una certa attività e la passione è direttamente proporzionale alla conoscenza e capacità di "gestire" la materia oggetto del proprio impegno.
E quì sorge il problema: i ragazzi non conoscono NULLA della pallacanestro. Quante volte mi è capitato in partita di fischiare una qualsiasi cosa e vedere le espressioni attonite dei ragazzi che restano "imbalsamati" mentre gli avversari scappano in contropiede. Dimostrano evidentemente di patire il contatto fisico degli avversari, pensano che ogni urto sia necessariamente fallo e quindi non difendono, non fanno tagliafuori, non portano un blocco ecc. tranne appunto risentirsi quando si sentono toccare dagli altri. Peccato che il basket sia uno sport di contatti continui, a volte anche duri. Chi legge queste righe sa bene che ad inizio anno, il sottoscritto si era offerto di fare, e non solo per il gruppo di mio figlio, delle lezioni sulla parte più strettamente tecnica e regolamentare della pallacanestro.
Si poteva anche avvicinare qualcuno dei ragazzi all'arbitraggio in modo da ampliare la conoscenza del gioco anche da un altra angolazione.
Pensavo che 25 anni di pallacanestro, di cui 15 come arbitro nazionale e 5 come istruttore, potessero essere inpiegati qualche modo nell'interesse del gruppo.
Non si è fatto niente di tutto ciò e senza alcuna spiegazione del perchè.
Ovviamente rispetto la vostra scelta, ma ritengo sia stata un'occasione sprecata.
Per concludere, daccordo sulla superficialità del gruppo e sull'invito a cambiare mestiere per tanti ragazzi.
Ricordando però che ogni ragazzo che abbandona, a questi livelli, rappresenta comunque una sconfitta per chi di questo gruppo era (doveva essere ?) un leader.
Ancora una cosa (sono sempre il papà di Simone.
Il regolamento Ufficiale della Pallacanestro dice, al allegato "Attrezzature per la pallacanestro" articolo 1.7 figura 2: " tutte le strutture di sostegno del tabellone devono avere le basi completamente protette sino ad un'altezza minima di m 2,15 dal terreno di gioco. Lo spessore minimo della protezione deve essere di 10 cm."
Visto che nella palestra non sono presenti, o non vengono montate, e cponsiderata la tecnica di gioco del palleggiare gurdandosi le punte, sarebbe opportuno provvedere prima di asstere a qualche "sfortunato" evento.
Ciao!
Innanzitutto un grazie sentito e sincero ai genitori che hanno commentato... infatti lo spirito del blog non è la rassegna stampa ma il confronto ed anzi auspicherei un commento ad ogni post!
Prossimo anno vista la grinta rimpiazzeremo gli U13 con una squadra di genitori...
Battute a parte non sto a rispondere qui alle giuste (in parte) osservazioni di alcuni genitori, ma ci tengo a precisare solo una cosa che ho a cuore e su cui, scusatemi la presunzione, non accetto critiche: la struttura.
Il motivo è semplice, da 4 anni, cioè dall'inizio dell'avventura nel basket per la PGS Olimpia Rivoli, la società ha fatto di tutto per sostenerci: maglie, palloni, palestre, istruttori, corsi per istruttori, ecc... a un prezzo al di sotto dei costi. Certo i problemi di avviamento ci sono stati, non si crea un buon settore basket dal nulla senza difficoltà.
Quindi è vero che il regolamento parla di protezioni per i canestri... ma parla anche di svariate altre cose (altezza canestri, distanza linea laterale e di fondo dal muro, ecc...) che nella maggioranza delle palestre di Torino e provincia non sono assolutamente a norma, mentre noi abbiamo la fotuna di avere impianti ottimi da questo punto di vista.
Per le protezioni è in corso da mesi una trattativa con uno sponsor che ha promesso il prima possibile di pagarci 460€ di protezionia norma ultimo modello. Quindi ancora prima della vostra segnalazione ci eravamo già mossi nel limite del possibile. Comunque di questo e altro parleremo a una prossima riunione serale (sarà di mercoledì) in cui toccheremo diversi temi, alcuni dei quali presenti in questo post e nei suoi commenti.
Grazie ancora per la partecipazione al post! La grinta dei genitori, se non diventa alibi per coprire lacune dei figli, non può che contagiarli ed essere d'esempio!
Grazie,
Walter
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